lunedì 17 agosto 2015

L'uso del palato molle nel Belcanto Italiano spiegato da Luisa Tetrazzini

Cari amici, oggi con l'aiuto del grandissimo Soprano cui il blog è intitolato, vi parlerò di una delle prime cose che mi hanno insegnato quando ho iniziato a studiare Canto Lirico. Vi spiegherò l'uso del palato molle alzato nella tecnica vocale del Belcanto Italiano attraverso le parole di uno dei più grandi  Soprani di tutti i tempi: Luisa Tetrazzini.

Questo sistema è adatto non solo per i Soprani, ma anche per tutti gli altri registri vocali maschili e femminili!

Intanto vediamo dove esattamente si trova questo magico punto; si può vedere molto bene anche aprendo la bocca e osservandosi allo specchio: (il palato molle è evidenziato in verde nell'immagine sottostante):


Ecco cosa dice Luisa Tetrazzini: che il cantante "dirigerà coscientemente le proprie note nelle cavità della testa aprendo la gola e sollevando il palato molle."

Naturalmente tutto questo va fatto con morbidezza e senza alcuna rigidità, senza tralasciare di tenere la gola completamente morbida e rilassata, affinché la laringe, sede delle corde vocali, possa lavorare praticamente da sola!


La grande Tetrazzini non tralascia di dare un'altra indicazione preziosa, e parla dell'uso del fiato che io paragonerei ad un calmo mantice sempre presente a garanzia di una colonna d'aria che "passi" attraverso la gola in un meccanismo di equilibri perfetti.


Scrive la Tetrazzini:

<<Potete vedere facilmente lavorare la parte posteriore del vostro palato spalancando la bocca e dando a voi stessi la sensazione di chi sta per starnutire. Noterete molto di dietro nella gola, molto indietro al naso, una zona molle che si alzerà da sola nel momento in cui lo starnuto diventerà più imminente. Quel piccolo punto è il palato molle. Esso va alzato per le note acute per ottenere la risonanza di testa.


Nel momento in cui una cantante progredisce nella propria arte può far questo a suo piacimento.
La regolazione di gola, lingua e palato, tutti funzionanti assieme, risponderà giornalmente più facilmente alle sue esigenze. Comunque, ella dovrebbe essere in grado di controllare consapevolmente ogni parte in automatico.
La cosciente direzione della voce e padronanza della gola sono necessari. Di frequente nell'Opera la cantante, seduta o sdraiata in qualche posizione scomoda che non è naturalmente adatta per la produzione della voce, dirigerà coscientemente le proprie note nelle cavità della testa aprendo la gola e sollevando il palato molle. Per esempio, nel ruolo di Violetta la musica dell'ultimo atto viene cantata stando distesi. Per ottenere la giusta risonanza per alcune delle note acute io devo iniziare queste nella cavità di testa per mezzo, naturalmente, dell' "appoggio", o sostegno del fiato, senza il quale la nota sarebbe scarna e non avrebbe corpo.
La sensazione che io ho è di una lieve pressione di fiato che batte pressoché in una linea diretta nella cavità dietro la fronte al di sopra degli occhi senza assolutamente alcun ostacolo o sensazione in gola.
Questo è il corretto attacco per il suono di testa, o un suono preso nel registro superiore.>>


La grande Luisa Tetrazzini è semplicemente straordinaria: non ha bisogno di scrivere complessi testi sull'uso della voce, perché molto praticamente semplifica la descrizione della tecnica vocale. Dal basso, il fiato viene sospinto nella gola, e poi più su con la sensazione del "giro vocale" che dal palato molle alzato in modo morbido mette in risonanza la zona dietro al naso/occhi, (è una sensazione assai piacevole e cantare così, vi assicuro è facile e di grande rendimento dal punto di vista della qualità di produzione di "un bel suono", ed è il sistema per arrivare agli acuti senza alcuna difficoltà, sempre che si lasci la laringe LIBERA di lavorare e ci sia un buon controllo del fiato ) 


E questa è nient'altro che la sensazione della "VOCE IN MASCHERA",


<<You can easily see your back palate working by opening your mouth wide and giving yourself the sensation of one about to sneeze. You will see far back in the throat, way behind the nose, a soft spot that will draw up of itself as the sneeze becomes more imminent. That little point is the soft palate. It must be drawn up for the high notes in order to get the head resonance. As a singer advances in her art she can do this at will.
The adjustment of throat, tongue and palate, all working together, will daily respond more easily to her demands. However, she should be able consciously to control each part by itself.
The conscious direction of the voice and command of the throat are necessary. Frequently in opera the singer, sitting or lying in some uncomfortable position which is not naturally convenient for producing the voice, will consciously direct her notes into the head cavities by opening up the throat and lifting the soft palate. For instance, in the rôle of Violetta the music of the last act is sung lying down. In order to get proper resonance to some of the high notes I have to start them in the head cavity by means, of course, of the "appoggio", or breath prop, without which the note would be thin and would have no body to it.
The sensation that I have is of a slight pressure of breath striking almost into a direct line into the cavity behind the forehead over the eyes without any obstruction or feeling in the throat at all.
This is the correct attack for the head tone, or a tone taken in the upper register.>>


(tratto da: "Caruso and Tetrazzini on the Art of Singing" - Metropolitan Company, Publishers, New York, 1909)

Potete trovare il volume originale in cui Enrico Caruso e Luisa Tetrazzini spiegano in modo molto semplice la loro tecnica vocale, direttamente da questo link:



Un cordiale saluto a voi tutti! M° Astrea Amaduzzi

domenica 16 agosto 2015

Luisa Tetrazzini, regina del Belcanto Italiano

Per tutti coloro che seguono Belcanto Italiano, ecco un regalo di fine estate: uno spazio dedicato alla meravigliosa Cantante Italiana Luisa Tetrazzini, un Soprano lirico leggero di coloratura tra i più famosi di tutti i tempi. In un avvincente viaggio sveleremo tutti i segreti della sua tecnica vocale e tutti i consigli che essa stessa dava ai suoi studenti di Canto, essendosi dedicata completamente all'insegnamento del Canto a Roma per ben 9 anni. Sarà lei stessa a svelarci una Tecnica Vocale sicura e raffinata, che è la stessa usata da tutti i migliori Cantanti d'Opera italiani nel mondo.

Luisa Tetrazzini: un nome leggendario.
Chiedetevi perché una sua fotografia con autografo arrivi ancor oggi a costare anche 1700 dollari.
Chiedetevi perché la sua voce incanta ogni volta che la ascoltiamo.


Lasciamo che sia un libro scritto proprio su di lei a risponderci (Engl/Ita)

Nell'introduzione a "The Art of Singing" del 1909 leggiamo queste parole:

"Luisa Tetrazzini, the most famous Italian coloratura soprano of the day, declares that she began to sing before she learned to talk. Her parents were not musical, but her elder sister, now the wife of the eminent conductor Cleofante Campanini, was a public singer of established reputation, and her success roused her young sister's ambition to become a great artist. Her parents were well to do, her father having a large army furnishing store in Florence, and they did not encourage her in her determination to become a prima donna. One prima donna, said her father, was enough for any family.
Luisa did not agree with him. If one prima donna is good, she argued, why would not two be better? So she never desisted from her importunity until she was permitted to become a pupil of Professor Coccherani, vocal instructor at the Lycée. At this time she had committed to memory more than a dozen grand opera rôles, and at the end of six months the professor confessed that he could do nothing more for her voice; that she was ready for a career."

[ Luisa Tetrazzini, il soprano italiano di coloratura più famoso del momento (1909), dichiara di aver iniziato a cantare prima d'aver imparato a parlare. I suoi genitori non erano appassionati di musica, ma la sorella più grande, ora moglie dell'eminente direttore d'orchestra Cleofonte Campanini, era una nota cantante dalla solida reputazione, e il suo successo risvegliò nella giovane sorella l'ambizione di diventare anch'essa un grande artista. I suoi genitori erano benestanti, il padre era proprietario di un grande negozio di sartoria per i militari a Firenze, ed essi non la incoraggiarono nella sua determinazione a diventare una "prima donna". Una "prima donna", disse suo padre, era già abbastanza per qualsiasi famiglia. 
Luisa non si trovò d'accordo con lui. Se una "prima donna" è brava, ella argomentò, perché non dovrebbe essere meglio averne due? Perciò non desistette nella sua insistenza finché non le fu concesso di divenire allieva del Prof. Coccherani, istruttore vocale all'Istituto musicale. A questo punto ella aveva imparato a memoria più di una dozzina di grandi ruoli operistici e in capo a sei mesi il professore le confessò che non avrebbe potuto far nulla di più per la sua voce; che era pronta per una carriera. ]


Luisa Tetrazzini aveva cominciato prestissimo da bambina a cantare e fu la sorella Eva a darle i primi rudimenti sull'arte del canto. A differenza della sorella maggiore, però, che impiegò quattro anni di studio prima di essere pronta per una carriera, Luisa Tetrazzini ci mise solo un anno.

Questa rapidità di preparazione la portò a debuttare a Firenze nel 1890, a soli diciannove anni, nel ruolo di Inés ne "L'Africaine" di Meyerbeer e da lì seguì un'eccezionale carriera che dall'Italia la condusse a cantare in Europa (Spagna e Inghilterra), Russia, Sud America (Messico) e negli Stati Uniti, prima a San Francisco e poi al Metropolitan di New York e con le compagnie liriche di Boston e Chicago, dove acquistò vasta popolarità grazie al suo stile vocale altamente virtuosistico. Apprezzata dalla celebre Adelina Patti, Luisa Tetrazzini fu una delle più grandi interpreti del repertorio lirico-leggero.



Dopo la fine della Prima Guerra Mondiale Luisa Tetrazzini abbandonò per lo più le scene operistiche dedicandosi al concertismo. La sua voce si conservò in maniera perfetta anche in tarda età, fino a quando cioè si ritirò dalle scene, ed eseguì per il grammofono una serie di dischi che ebbero un successo importante: incise novantotto facciate a settantotto giri dal 1904 al 1922. La tecnica rudimentale dell’incisione non ci può, purtroppo, restituire tutta la bellezza e la stupefacente timbricità della sua voce, ma, nonostante i limiti dell’incisione, i dischi di Luisa restano fra i più emozionanti dell’ormai più che centenaria storia della riproduzione sonora.

Nel 1931 decise di stabilirsi a Roma, città in cui diresse una scuola di canto, dedicandosi comunque anche al ruolo di concertista, sino al 1940, anno della sua scomparsa avvenuta a Milano a soli sessantanove anni.

Un saluto cordiale a voi tutti, M° Astrea Amaduzzi, M° Mattia Peli